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saliva e dentifricio

La saliva in odontoiatria

Autore: Luigi Checchi

La saliva è un liquido incolore prodotto dalle ghiandole salivari (parotidi e ghiandole sottolinguali e sottomandibolari) con differenti viscosità ed è composto prevalentemente da acqua, elettroliti, muco, enzimi, ormoni, cellule immunitari ed altro.
La saliva ha un Ph che si avvicina al neutro (7) con variazioni fra 5.5 e 7.5, viene prodotta in quantità variabile (500 ml. die), scende durante il sonno ed aumenta durante i pasti.
La saliva è per lo smalto quello che il sangue è per le cellule del nostro corpo: porta nutrienti, rimuove depositi di placca e specialmente protegge lo smalto. Prova ne sia che i pazienti con xerostomia (= deficit di saliva) presentano un aumento importante di lesioni cariose.
Inoltre la saliva protegge le mucose dalla disidratazione, lubrifica il bolo alimentare facilitando la masticazione e l’inghiottimento del cibo, dissolve gli zuccheri e i suoi enzimi, facilita la rimozione dei carboidrati dalla bocca, neutralizza gli acidi prodotti dei batteri orali (effetto tampone), inibisce la demineralizzazione aiutando la guarigione dello smalto, permette alle papille gustative di sentire i sapori del cibo agendo come solvente, ripara i tessuti contraendo la ferita e riducendo i tempi di sanguinamento.

La saliva aiuta lo smalto

In condizioni normali la saliva è ipersatura di ioni calcio e fosfato fondamentali per la salute del dente al punto da essere denominata smalto liquido. Infatti la saliva ha un continuo interscambio di ioni calcio e fosforo con lo smalto.
Questo fenomeno facilita la rimineralizzazione delle lesioni cariose iniziali con nuovi strati di idrossiapatite non carbonata.
In questo stadio l’eventuale presenza di ioni fluoro nella saliva fa sì che anche essi vengono incorporati sulla superficie smaltea creando uno strato di fluoro apatite, materiale che è più luminiscente e meno solubile agli acidi rispetto all’idrossiapatite.

Come si forma la carie

La demineralizzazione ha inizio ogni qualvolta si mangino dolci o si bevano liquidi zuccherati e non si proceda in tempi rapidi ad una rimozione completa della placca batterica formatasi.
La metodica quindi fondamentale per contrastare la carie resta l’igiene orale domiciliare la cui efficienza va settimanalmente controllata tramite la tecnica colorimetrica (cioè l’utilizzo di un liquido rosso rivelatore di placca) coadiuvata trimestralmente da un’igiene professionale eseguita da personale abilitato, sia esso il medico dentista, l’odontoiatra o l’igienista dentale.

Saliva e Fluoro

Non va però dimenticato il ruolo fondamentale che la saliva riveste in questi processi, specie allorquando venga ad associarsi lo ione fluoruro.
E’ stato infatti ampiamente dimostrato come l’assunzione del fluoro in giovane età, sia tramite dentifricio sia tramite pastiglie, porti risultati sorprendenti nella prevenzione della patologia cariosa.Infatti il fluoro presente nel dentifricio si accumula non solo sullo smalto ma anche sulla placca e sui tessuti molli rimanendo con livelli elevati fino a tre ore.

Conclusioni

La saliva è un elemento di importanza primaria nella prevenzione orale della carie, specie allorquando venga associata al fluoro.
Va comunque ricordato che il flusso di saliva non è omogeneo nella bocca; scorre infatti in quantità sui molari inferiori, mentre difetta sugli incisivi anteriori e generalmente sulle superfici vestibolari dei denti, che gli apparecchi ortodontici creano blocchi alla circolazione della saliva e che tanti medicinali (ansiolitici, betabloccanti e anticolinergici), specie negli anziani, ne provocano una diminuzione.
Un consiglio è sempre quello di utilizzare la lingua per portare la saliva sui denti antero-superiori ottenendo in questo modo un mescolamento delle tre componenti salivari che non sono esattamente uguali nonché una efficace lubrificazione di quegli elementi non correttamente raggiunti e protetti dalla salivazione.
Ricordiamoci infine che la migrazione salivare avviene prevalentemente durante la masticazione.

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