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Il controllo glicemico in parodontologia

Ippocrate, padre della medicina scientifica, fra i tanti concetti significativi del suo pensiero ci ha lasciato un messaggio assai importante: “mangiare senza giudizio quando si è malati significa nutrire la propria malattia”.
Vediamo di analizzare questa informazione applicandola in campo parodontale.
Innanzitutto va evidenziato come la malattia parodontale sia una malattia cronica, silente e anche recidivante se non attentamente controllata.
Cronica e silente sono due aggettivi che indicano la possibilità di portare alla perdita del dente e che sono caratterizzanti, purtroppo, questa forma cronica! Una malattia acuta è invece un’affezione di cui il paziente ha piena coscienza e che può affrontare repentinamente, a volte guidato e spronato dal dolore ad esso connesso.
Ma se la sintomatologia dolorosa è assente o silente come nella malattia cronica parodontale, il paziente non osserva criticamente quei micro messaggi che la bocca emana, quello strano sapore, quelle dolenzie che vanno e vengono, quel cattivo odore che però viene mascherato dal dentifricio, quel sanguinamento sul cuscino, sintomi questi che non vengono percepiti per quello che sono e cioè i campanelli di allarme di una situazione infiammatoria in essere di una malattia che si è cronicizzata.
E quindi si continua la propria vita fino a quando la mobilità dentaria diventa talmente importante e rilevante da richiedere una visita parodontale con relativa diagnosi e piano di trattamento, con un esito il più delle volte estrattivo!

Terapia alimentare

Spesso però alla terapia specifica odontoiatrica non viene associata quella alimentare, trascurando l’importanza di una dieta specifica nel paziente parodontale nonchè quelle informazioni che vedono la parodontite quale vettore principale di fattori infiammatori (interleukina 6 ed il TNF) che colpiscono la regolazione dello zucchero nel sangue, inibendo i recettori insulinici e riducendo la captazione dello zucchero nelle cellule, potendo nel tempo creare insulina resistenza.
In altre parole, la parodontite può essere considerata come una affezione “pathogenic or desease-promoting factor” ovvero una malattia causata da una serie limitata di comportamenti a rischio.
Questo meccanismo viene amplificato mutualmente in un paziente diabetico con seri danni vascolari.
Appare quindi importante innanzitutto una dieta con riduzione delle calorie (restrizione calorica), povera di zuccheri, di cereali raffinati, grassi idrogenati, inserendo al contempo nella dieta alimentare alcune sostanze che interferiscano positivamente, abbassando e/o spegnendo il processo infiammatorio. Nel dettaglio, mi riferisco:

Conclusioni

Appare quindi di fondamentale importanza che, insieme allo sviluppo di uno stile di vita personalizzato in base al proprio profilo medico, venga identificata ed associata una dieta antinfiammatoria idonea, completa e personalizzata, implementando strategie preventive ed ottimizzando le terapie specifiche.

Bibliografia

Massimo Spattini, Valeria Galfano
Guida al controllo glicemico
Edizioni Idra 2022

Galimberti D.
Un programma personalizzato per ritrovare Salute e benessere
Edizione HarperCollins 2018

Filippo Ongaro
Mangiare ci fa belli
Edizione Pickwick 2014

B. Stadlinger H Terheyden
Cell to Cell communication. Periodontal regeneration
Quintessenze publishing 2013

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