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La tecnica di spazzolamento ideale è quella in grado di rimuovere completamente la placca batterica nel minor tempo possibile e senza procurarsi danni (grazie ad una pressione dello spazzolino non lesiva per i tessuti orali). L’analisi critica in letteratura delle differenti tipologie di tecniche igieniche ha portato però ad una serie di dati non omogenei in quanto frequenza, tempo e tecniche di spazzolamento sono difficilmente conciliabili e sovrapponibili nelle differenti filosofie operativi descritte dei diversi autori in questi anni. Di conseguenza, ogni studio odontoiatrico adotta ed insegna ai pazienti una propria filosofia operativa, il più delle volte senza entrare nei particolari tecnico-scientifici e senza alcun riscontro operativo.
Come spazzolare? Per quanto tempo? Come si può essere sicuri di aver pulito bene? Quali strumenti debbo usare? Quante volte al giorno debbo lavarmi i denti?
Ed ecco quindi sorgere spontaneamente una serie di domande cruciali per tutti noi, operatori e pazienti: come spazzolare? (spazzolamento orizzontale, verticale, vibratorio o altro?) da dove iniziare a spazzolare-pulire? (superfici occlusali, vestibolari o linguali? Anteriori o posteriori?) per quanto tempo? (10-30-60 secondi o qualche minuto?) per quante volte al giorno? (1-2-3?) con che cosa? (spazzolino manuale o elettrico? con setole morbide o dure?) quale forma di spazzolino usare? (testina corta, media o lunga?) utilizzo lo stimolatore interdentale? e lo spazzolino interdentale? faccio uso del dentifricio? (se sì, quanto ne posiziono sullo spazzolino?) i dentifrici sono tutti uguali? come faccio ad essere sicuro di essermi pulito correttamente? Domande queste alle quali risulta difficile dare una risposta precisa ed univoca.
Igiene orale e letteratura: a chi credere?
Leggendo infatti la letteratura scientifica sull’argomento ci si accorge che i dati sono purtroppo disomogenei, discordanti e fuorvianti e ciò ha creato confusione non solo per i pazienti ma specialmente fra gli operatori odontoiatrici. Conseguentemente i diversi e molteplici approcci igienici, le numerose, differenti e contrastanti filosofie operative hanno determinato evidenti svantaggi per il docente, per l’operatore odontoiatrico e per il paziente stesso che non sanno a chi e a che cosa affidarsi, e generato confusione, perplessità nei confronti dei “corretti” criteri dell’insegnamento dell’igiene orale.
Corretti criteri igienici
Per risolvere questa situazione, cercando di dare e portare una obbiettività concreta ed operativa al concetto di corretta igiene orale, nonché per semplificare il tutto, si è cercato di creare un protocollo operativo, una tecnica cioè con una universalità di applicazione per tutti i quadri anatomici riscontrabili in bocca (quindi per tutti i tipi di bocca), una tecnica che fosse nel contempo di semplice apprendimento e applicazione, con un controllo immediato dei risultati e con un’applicabilità e sovrapposizione con tutte le differenti tecniche fino ad oggi insegnate e pubblicate.
Tecnica colorimetrica: tecnica universale
Tale tecnica è stata da me denominata tecnica colorimetrica. Essa si avvale di una sostanza colorante e rivelatrice dei batteri presenti sui denti, i quali vengono evidenziati in colore rosso/viola in caso di placca batterica presente sui denti da meno di 24 ore, in blu se i batteri sono in bocca da più di 24 ore. La visualizzazione dei batteri adesi ai denti dei nostri pazienti (ma anche ai nostri!) permette di far vedere o di vedere che cosa sia la placca, dove essa si trovi ed è di fondamentale aiuto per la sua completa rimozione tramite la propria trousse igienica con qualsivoglia approccio igienico. Specifico che le risposte alle domande sopra riportate vengono risolte dall’utilizzo del colorante nel senso che ciascuno di noi, con la propria tecnica e con la propria strumentazione igienica dovrà impegnarsi al fine di rimuovere la colorazione presente. Allorquando la bocca sarà priva del colorante e solamente allora saremo sicuri di aver ottenuto una dentatura pulita, ottenendo lo scopo prefissato. Insomma tale metodica, quando e se utilizzata, rende possibile un’igiene precisa ed accurata, senza lasciare isole di batteri residui, ridonando splendore e salute alla propria dentatura ed alle proprie gengive.
Conclusioni
“Rimuovi il colore ed avrai la tua bocca pulita”, è questo lo slogan che la tecnica colorimetrica ci insegna, da ricordare a noi stessi ed ai nostri amici pazienti al fine ottenere, finalmente, un risultato igienico ottimale, rammentandoci sempre che in una bocca pulita non vi è mai malattia parodontale e che una bocca sana rende splendido il nostro sorriso.
Bibliografia
V. Checchi, C. Montagno Cappuccinello, M. Montevecchi, L. Checchi Revisione della letteratura sull’utilizzo del rivelatore di placca nelle procedure di igiene orale Dental Cadmos, 2016; 84 (6), 342-350
L. Checchi, M. Franchi Igiene orale e terapia igienica Edizione Martina Bologna 1998
G. A. Pelliccioni, L. Gambarini, L. Checchi Placca batterica. Metodologia di prelievo Dental Cadmos 5: 34-41; 1996
L. Checchi, C. D’Achille, A. Montella Dossier: Il tartaro e la malattia parodontale Dental Cadmos 8: 80-95; 1991
L. Checchi, L. Trombelli, G. A. Pelliccioni Lo stato attuale degli indici di placca Prevenzione e Assistenza dentale 3: 6-11; 1991
L. Checchi Manuale di Igiene Orale Masson Italia Periodici 1991
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