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Una buona igiene orale avviene attraverso la rimozione della placca batterica, preservando la dentizione sia dalla carie che da gengivite e malattia parodontale, migliorando, nel contempo, l’estetica orale.
Numerosi sono i presidi igienici utili per ottenere questo risultato ma la nostra attenzione oggi si concentra sullo spazzolino elettrico e sulle domande che esso determina:
Queste sono le domande più comuni che vengono poste all’odontoiatra per avere punti di riferimento sicuri nel magma delle informazioni sui presidi igienici.
La letteratura riporta che il primo spazzolino elettrico risale al 1885 e fu creato da un orologiaio svedese, Fredrich Wilhelm Tornberg, ma è solo negli anni ’60 che uscirono in commercio, con poco successo, spazzolini a bassa frequenza di vibrazioni e con un movimento della testina lato a lato (side to side).
La ricerca e lo sviluppo hanno successivamente prodotto uno spazzolino elettrico con un movimento rotatorio della testina, un aumento della frequenza di vibrazione ed una serie di caratteristiche peculiari ed interessanti per ottenere una completa rimozione dei batteri.
Innanzitutto lo spazzolino elettrico “moderno ed efficiente” deve avere le seguenti caratteristiche:
Oltre alla riconosciuta e risaputa azione meccanica sulla superfice del dente, lo spazzolino elettrico produce una “turbolenza acustica” del fluido attorno alle setole in grado di dislocare i batteri.
Ma al di là del tecnicismo insito nello spazzolino elettrico, ciò che lo rende ormai indispensabile al paziente sono due caratteristiche essenziali: la prima è il timer che permette a ciascuno di noi di conoscere il reale tempo di spazzolamento; mentre la seconda è il sensore di pressione per cui l’azione di spazzolamento viene interrotta allorquando venga esercitata una pressione eccessiva. Questo sensore aiuta a prevenire quindi le patologie orali quali abrasioni dentali, recessioni gengivali e sensibilità delle superfici radicolari.
Si consiglia di iniziare l’igiene partendo dalle superfici occlusali e utilizzando poco dentifricio, pari ad una lenticchia, passare poi alle superfici linguali e palatali, soffermandosi sul gruppo antero-inferiore dove il tartaro si forma più frequentemente e, per finire, alle superfici vestibolari.
Lingualmente e palatalmente la testina deve oscillare ed inclinarsi per raggiungere “al meglio” le zone interprossimali.
I tempi di spazzolamento mediamente sono di 2 minuti.
È opportuno porre particolare attenzione all’igiene orale serale in maniera tale evitare le raffiche acide provocate dalla placca residua.
L’utilizzo dello spazzolino elettrico è consigliato sia per la sua bontà ed efficacia nello spazzolamento, sia per la protezione dalla eccessiva pressione spesso esercitata da paziente e, per ultimo, per la sua maggiore efficacia igienica rispetto a quello manuale.
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