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melagrana aco

La melagrana: super food

Ho iniziato in questi primi giorni di settembre la raccolta delle melagrane Aco, una dei tanti cultivar della famiglia della punica granatum.

Questo frutto, la melagrana, può provenire da diversi cultivar (piante), se ne calcolano addirittura più di 1000 (mille) varietà ed ognuna di queste ha caratteristiche diverse, nella forma, nel colore, nel periodo di maturazione, nella forma degli arilli o grani, nella durezza del seme (morbido o duro), nel profumo, nella salubrità e specialmente nel gusto (dolce, agrodolce o acido), che ci permette di apprezzare o meno il chicco e la sua spremuta, che è la sola parte commestibile. Quindi quando si vuol parlare di melograne bisognerebbe sempre specificare di quale cultivar si sta parlando e come pure bisognerebbe che le case produttrici di integratori con presenza importante di estratto di melograne (e non melograno che è l’albero che le produce) specificassero la cultivar utilizzata… ma tant’è ormai la scienza si fa sui social e sulle pagine patinate delle riviste di moda.
Attualmente le antiche varietà locali caratterizzate da seme duro e succo acido (2,72 % di acido citrico) sono state abbandonate perchè suscettibili alle spaccature ma specialmente per il loro gusto acido e seme duro, per rivolgersi a varietà nuove, più piccole di pezzatura (400 gr), di sapore dolce e con semi morbidi.
Questo è il motivo per cui molti miei amici sono scettici nei confronti della bontà di questo frutto ricordando il gusto asprigno e amarognolo di qualche melagrana raccolta a fine ottobre o novembre da piante inselvatichite e spinose dietro casa loro.

Ma che melograno ho raccolto in questi giorni? E perchè ne sono entusiasta

La varietà è denominato Aco, è una nuova cultivar che soddisfa il gusto moderno con una forma medio-piccola (massimo 500 gr), maturazione a fine agosto – primi di settembre, colore rosso acceso e quindi bellissimo da vedere e dall’ottimo sapore dolce. Ma queste caratteristiche sono solo letterarie o questo frutto è realmente perfetto per il nostro palato e per la nostra salute? Che cosa contiene da renderlo così genuino ed autentico?
Ho quindi fatto esaminare le mie melagrane da un laboratorio specializzato ed ho riscontrato valori (vedi schema sottostante) incredibilmente alti di micronutrienti, con addirittura 238 mg di potassio e 46,5 mg di fosforo (in 100 grammi di succo), rammaricandomi di non aver assunto melograne durante i miei esami universitari e di averne fatto un uso saltuario fino ad oggi.

Microalimenti in 100 gr. di succo:
Vitamina C 10,8 mg
Potassio 238 mg
Magnesio 17,8 mg
Fosforo 46,5 mg
Ferro 4,36 mg
Calcio 9,38 mg

Può il frutto del melograno essere di aiuto all’odontoiatra in particolare al parodontologo?

Come può un semplice frutto entrare così prepotentemente nella disciplina parodontale? In altri termini esso può influenzare un processo infiammatorio così importante come la parodontite? E qua dobbiamo avvalerci dell’analisi spettro fotometrica che ci dice che il frutto di melograno è un fitocomposto, assai ricco di polifenoli ed antiossidanti e quindi con una importante azione antiossidante ed antinfiammatoria, funzioni queste importantissime nel contenere il processo di infiammazione parodontale.
A questo si aggiunge la presenza di Urolitina, prodotto importante per migliorare l’efficienza e la rigenerazione mitocondriale, di vitamina C e B, di tanti minerali e di fibre che fanno di questo frutto (andrà correttamente scelta la varietà più idonea) un potente alleato nel controllo positivo della longevità.

Ed ecco quindi un nuovo e assai promettente cofattore nella protezione dei tessuti parodontali in una strategia clinica che vede sì nella terapia causale il gold standard della terapia parodontale associata però a strategie complementari (vitamina C, curcuma, acidi grassi) dove la punica granata
agisce dando un importante contributo clinico.

Bibliografia:

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